L'inalazione di polveri sottili e particolato rappresenta un grave rischio per la salute umana, specialmente negli ambienti industriali. In questo articolo, scopriremo cosa sono le polveri sottili come si formano, quali settori sono i più esposti e come mitigarne gli effetti nocivi.
Le polveri sottili, note anche come particolato o PM (Particulate Matter), sono particelle solide o liquide sospese nell'aria. Si classificano principalmente in base al loro diametro aerodinamico, ovvero la dimensione delle particelle che determina la loro capacità di penetrare nelle vie respiratorie e raggiungere i polmoni e, in alcuni casi, il flusso sanguigno:
Le polveri sottili possono formarsi sia da processi naturali che antropogenici. Le fonti naturali includono polvere del suolo, pollini e ceneri vulcaniche. Tuttavia, la maggior parte delle polveri sottili derivano da attività umane, come la combustione di carburanti fossili, i processi industriali e il traffico veicolare.
Le polveri sottili più piccole (PM2.5 e PM1) sono particolarmente dannose poiché possono attraversare la barriera alveolo-capillare ed entrare nel flusso sanguigno, danneggiando i polmoni e gli organi e provocando malattie irreversibili e, nei casi più gravi, persino fatali.
Negli ambienti industriali, le polveri sottili possono formarsi durante vari processi, tra cui:
Questi settori sono particolarmente a rischio perché le operazioni svolte rilasciano frequentemente particolato nell’aria, aumentando l’esposizione dei lavoratori. Pertanto, le aziende in questi settori devono adottare misure necessarie per proteggere i dipendenti, fornendo dispositivi di protezione individuale (DPI), monitorando costantemente la qualità dell’aria e installando purificatori d’aria industriali.
L'inalazione di polveri sottili può avere gravi effetti sulla salute umana, influenzando sia il corpo che la mente:
Effetti fisici:
Effetti mentali:
Le polveri sottili (PM10 e PM2.5) sono particelle microscopiche presenti nell’aria, generate da combustione, processi industriali o naturali, e rappresentano uno dei principali inquinanti atmosferici.
A causa delle loro dimensioni ridotte, riescono a penetrare in profondità nei polmoni e perfino nel flusso sanguigno, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari, respiratorie e neurologiche.
Operatori in ambienti industriali, magazzinieri, saldatori e chi lavora in spazi chiusi o con scarsa ventilazione sono più soggetti ai rischi legati all’esposizione continua.
Installando sistemi avanzati di filtrazione dell’aria, migliorando l’aerazione e formando il personale su pratiche di pulizia e sicurezza ambientale.
Sì, la normativa europea e italiana impone limiti di concentrazione per garantire un ambiente salubre, anche nei contesti lavorativi, e prevede controlli regolari.
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